Regione Piemonte - Città Metropolitana di Torino

Tempo di Lavorare

Il Comune di Rosta, come lascia facilmente intuire la sua posizione privilegiata, tra Rivoli e Buttigliera Alta, si trovò sin dalle origini in una comoda zona di passaggio per i traffici commerciali, ideale per organizzarvi fiere; non si dimentichi infatti che adiacente a Rosta si trova la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, antica meta di pellegrinaggio per coloro che desideravano guarire dal «fuoco di santAntonio». A testimoniare la vivacità della zona, esiste nell’archivio storico di Rosta una supplica del 1664 della Comunità di Rivoli (dalla quale Rosta dipese fino alla fine del XVII secolo) per ottenere dal re sabaudo il “Rescritto di inibizione di Sua Altezza Reale alla Comunità di Buttigliera, ed al Podestà, e Uomini dello stesso luogo di molestare quelli di Rivoli, ed altri che in occasione di feste, o fiere a SantAntonio di Ranverso si portano a tenere cabaretti, o vender vino al minuto vicino al Campanile di SantAntonio …”; ma tale provvedimento non dovette essere molto efficace, dal momento che altre suppliche seguirono a questa. Manifesto pubblicitario per l'acquisto del peso pubblico nel 1907Una pagina a sé è costituita dal peso pubblico, di cui ricordiamo solo la concessione a Giuseppe Merlo nel 1892, per “l’impianto di peso pubblico sulla strada comunale tendente a Rivoli ‘, malgrado debbano passare poi circa quindici anni per l’acquisto del “peso di ponte a bilico fornito da Caprile Luigi’ (1907-1908): e pensare che le “Tavole di ragguaglio degli antichi pesi e misure’ erano pronte dal 1849! Il peso pubblico fu dotato di regolamento solo nel 1921, anno a cui risale l’affitto di Giuseppe Miotto, per passare poi nel 1925-1926 a Francesco Bonavia.

Anche se la maggior parte dei rostesi tradizionalmente è stata impegnata nelle attività agricole, è esistito tuttavia un tessuto sociale molto vivace e articolato, dedito all’artigianato e al commercio. Tra gli anni Trenta e Quaranta del XX secolo i documenti sono particolarmente generosi di nomi: tra gli artigiani si distinguono il meccanico Alessandro Gilli, la sarta Maria Rossi Andreoli (1941), il fabbro Girodo che nel 1945 aprì un laboratorio in aggiunta a quello già esistente di Edoardo Gilli. Nello stesso periodo doveva essere piuttosto diffuso l’esercizio del commercio ambulante, considerato l’alto numero di licenze rilasciate, ad esempio, ai carrettieri Francesco e Davide Gilli (1936), al venditore di formaggi Secondo Simone (1937), al cenciaiuolo e rivenditore di cose usate Giuseppe Damiano (1945).