C’era un concittadino che, all’inizio del secolo, conosceva il territorio di Rosta e gli avvenimenti che l’avevano attraversato, come se fosse stato sempre presente e vi avesse partecipato: Ilario Vernerò.
Il suo libro La storia civile di Rosta è solo una delle testimonianze del suo grande amore per questa comunità. Quando il Comune deve dotarsi di uno stemma ufficiale, è lui che compie le necessarie ricerche e tenta i primi abbozzi grafici. Successivamente si dedicherà allo studio delle guerre, considerate da un punto di vista squisitamente rostese. Ne è testimonianza una suddivisione di documenti particolari che egli intraprese nell’archivio storico: la serie delle Somministranze. Bisogna sapere che nei secoli qualunque villaggio o città era obbligato a rifocillare gli eserciti di passaggio, a offrire loro ospitalità e a privarsi finanche del cibo, degli animali, del fieno, … per i soldati che reclamavano. Non è diffìcile immaginare quale tentazione rappresentasse per ogni esercito la pianura di Rosta: bella, fertile, accogliente. Tutto ciò che i contadini, gli abitanti e l’Amministrazione sono riusciti a rendicontare dopo ogni passaggio bellico è stato raccolto da Ilario Vernerò e suddiviso: troviamo così le ricevute delle truppe francesi della prima occupazione (1798 – 1799), gli ordini dell’Intendenza in favore degli Austro – Russi (1799 – 1800), le ricevute delle truppe Piemontesi (1799 – 1800), i trasporti di feriti e infermi della seconda occupazione francese (1801 – 1803) e così via.
Non sapeva lo studioso che nel nostro secolo si stavano preparando guerre non meno cruente di quelle che lui stava studiando. La prima guerra mondiale si portò via Giuseppe Giustetto, Giuseppe Comba, Francesco Ferrerò, Cesare Merlo, Francesco Vernerò, Michele Gilli, … La seconda guerra non fu da meno e per giunta la popolazione si trovò obbligata a fornire alloggio, animali e cibo alle truppe germaniche (passano i secoli, ma le guerre sono tutte uguali), che a Rosta attuarono uno stretto controllo sulle vie ferroviarie, stradali e telefoniche mediante la costruzione di fortini Vale la pena di ricordare che proprio in quegli anni a Rosta gli sfollati arrivarono addirittura a raddoppiare il numero degli abitanti. Ristabilita la pace, ripresero le attività produttive.