Regione Piemonte - Città Metropolitana di Torino

Tempo da …osteria !

Il problema dell’accoglienza dei forestieri a cui dare vitto e alloggio, lungo una strada così battuta, fu sempre molto sentito a Rosta: non esistevano infatti né locande, né trattorie e nemmeno negozi di generi alimentari, fino a quando Giuseppe Gilli, nel lontano 1849, non presentò una domanda per lo stabilimento di un’osteria, sostenendo che “il sig. Sindaco di questo comune venne molte volte molestato dai forestieri passeggiami, alfine gli faccia provvedere di soccorso sia per bere che per mangiare, e infine essere di tutta necessità lo stabilimento di detto esercizio di una osteria in questo comune’. Il Gilli ottenne il permesso di aprire in Rosta la prima osteria, alla quale fu assegnata l’insegna con una croce rossa in campo verde e bianco, da cui prese nome il locale, la “Croce Rossa” appunto, in via Rivoli 6. Malgrado il nome possa trarre in inganno, tale ristorante non aveva nulla a che vedere con la Croce Rossa Italiana: il simbolo cruciforme fu usato anche per designare un’altra storica taverna di Rosta, la “Croce Bianca”, in origine di Michele Meotto. La gestione dell’osteria “Croce Rossa” restò alla famiglia Gilli per diverse generazioni. Tabella dei giuochi proibiti nei localiTentando di ricostruire la storia dell’osteria più antica di Rosta, emerge che nel 1917 la “Croce Rossa” risultava di proprietà della moglie di Antonio Gilli, Maria Teresa Sterpone. Molti anni dopo, nel 1941, poiché il locale non aveva un’insegna adeguata al tariffario di categoria, il presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo ingiunse all’anziana signora Gilli di cambiare il nome dell’osteria da “Antico Albergo Croce Rossa” a “Locanda Croce Rossa”: ella, forse stanca per le troppe responsabilità, nel 1943 decise infine di affidare la conduzione del locale al figlio Alessandro, di cui sappiamo che ancora lo gestiva nel 1946.

Gli elenchi del rinnovamento annuale delle licenze forniscono un quadro esauriente sulla presenza di locande e alberghi e sulle persone che le gestivano: il più alto numero di esercizi pubblici rostesi si ha nel 1917, quando troviamo gli alberghi “Croce Rossa” e “Croce Bianca”; quattro cantine “del Baraccone”, “Nuova Cantina”, “di Corbiglia”, “dei Cacciatori” e il “Caffè della Stazione”.

Un altro esercizio pubblico interessante fu la “Trattoria della Stazione”, in via Stazione 4, la cui gestione, in origine, era tradizionalmente affidata a mani femminili. Solitamente i locali di questo genere dovevano chiudere entro le 22.00, ma nei periodi di festa sarebbe stato proprio un peccato tornare a casa così presto! E così Caterina Giuglard, proprietaria della trattoria prima della guerra, durante le feste di Natale e Capodanno ottenne di tenere aperto il locale addirittura fino alle 4.00 di notte. Nel 1940 compare come proprietaria Anna Maria Carello che a sua volta cede l’attività a Orestina Putero. Annesso alla documentazione inerente a tale compravendita, spicca un curioso manifesto con la Tabella dei giuochi proibiti, declinati in tutte le possibili varianti: persino l’innocuo tris e la comune morra diventarono fonte di illecito guadagno e perseguibili penalmente!