Le scuole
A proposito di innovazione ed avanguardia, vale la pena di ricordare un episodio curioso sulle scuole di Rosta. La scuola aveva spesso sede nelle case comunali, che il più delle volte ospitavano anche l’abitazione del maestro: l’archivio di Rosta contiene la documentazione del 1839-1841 sulla Perizia, capitoli d’appalto … relativi alla costruzione di due camere in aggiunta alla casa comunale per la scuola e abitazione del Maestro, nonché il disegno del 1850-1851 per l’adattamento della nuova casa comunale per uso di scuola e alloggio del maestro. Una pratica del 1940 sembra però andare oltre: fu presentata al prefetto una domanda con tanto di progetto dello studio torinese dell’ing. Mario Paolo Pratesi per costruire un impianto di bagni e docce nelle scuole della frazione Corbiglia, con annesse le docce per uso degli abitanti, ma questa proposta – davvero all’avanguardia per l’epoca – fu cassata, in quanto le necessità della guerra obbligavano a fare investimenti ben diversi da questi.
Ad ogni epoca il suo censimento
Il primo Censimento generale della popolazione svolto ufficialmente su tutto il territorio italiano risale naturalmente al 1861, in seguito all’Unità d’Italia. Da allora, ogni 10 anni, puntualmente ogni cittadino fornisce le informazioni necessarie a scattare una fotografìa del Paese. E prima?
Erano tutti svincolati da quest’obbligo? Assolutamente no, anzi: i censimenti avevano magari nomi diversi, ma sono sempre stati fatti nei secoli; diverso era anche il fine: far pagare le tasse. Il primo censimento degno di questo nome a Rosta risale al 1721 e porta la denominazione di Consegna delle bocche umane e dei bestiami, da cui si deduce che non solo si voleva conoscere il numero e l’attività degli abitanti, ma anche dei loro animali. Pochi anni più tardi, nel 1726, viene condotta la cosiddetta Consegna dei maschi, poiché l’attenzione si era spostata, in questo caso, sugli uomini abili alla leva e adatti al lavoro. Durante tutto il XIX secolo si alternarono Censimenti delle famiglie, Consegne degli abitanti, ed Etats de la Population, giacché anche sotto il dominio francese le tasse bisognava pagarle…
Assistenza e beneficenza
In tutti i comuni grandi e piccoli è sempre esistita un’istituzione preposta a tutelare la fascia più debole della popolazione. Nasce anche a Rosta, nel 1852, la Congregazione di Carità. Tradizionalmente facevano parte del consiglio di amministrazione il parroco e alcuni maggiorenti del paese che, in parte con donazioni proprie e in parte raccogliendo un po’ di elemosina assicuravano ai poveri e ai malati il minimo indispensabile per la sopravvivenza. Nel 1937, durante il periodo fascista, il nome muta in Ente Comunale di Assistenza, ma la funzione rimane la medesima: si compilano gli elenchi dei poveri (e per molti avere il proprio nome in elenco era fonte di umiliazione e vergogna) e si offre loro un po’ di denaro e di cibo. Durante la guerra e nel primo dopoguerra si aggiunge l’impegno devoluto per l’assistenza agli sfollati, ai reduci e a tutti coloro che in qualche modo avevano subito gravi perdite. Nel corso degli anni evolve la sensibilità della società civile e la casa, la sanità, l’istruzione, … vengono percepite come un diritto di tutti e non come un atto di carità. Nascono le case popolari, si istituisce il medico di famiglia e si garantisce una scuola dell’obbligo: viene meno il ruolo di questo ente pubblico di assistenza e beneficenza, che infatti verrà definitivamente estinto nel 1978.